La scrittura collettiva e la Wu Ming Foundation

Nell’immaginario collettivo la scrittura è una pratica privata, un’abitudine da portare avanti in disparte, in solitaria. Tuttavia la memoria della nostra tradizione letteraria dimostra che la scrittura collettiva, la cooperazione tra più mani finalizzata alla redazione di un’opera letteraria, è possibile.

 

Lo ricordano i Surrealisti e l’avanguardia futurista che, col Gruppo dei Dieci, tra i quali spiccano Massimo Bontempelli e Filippo Tommaso Marinetti, diede vita, quasi per gioco, al romanzo Lo Zar non è morto (1929). Funzionava così: mentre uno scrittore dava forma alla sua idea, cioè scriveva l’incipit del testo, i nove scrittori rimanenti dovevano elaborare possibili sviluppi della storia. Solo alla fine ci si riuniva e si decideva come il romanzo sarebbe dovuto procedere.

 

Con forme e per scopi diversi, nel 1967 la Scuola di Barbiana conferisce alla scrittura collettiva un nuovissimo compito: la ricerca semantica, in ambito scolastico. Ecco una lezione tipo secondo il metodo ideato da Don Lorenzo Milani: ogni alunno sceglie un tema che è davvero importante per sé, raccoglie ogni idea su un foglietto che viene in seguito messo a disposizione dei compagni; si raggruppano le idee simili per capitoli, si dispongono i capitoli in ordine logico, si passa alla revisione collettiva. Un metodo innovativo per ridare alla parola un senso, stimolando la coscienza e creatività dello studente.

 

In anni più recenti, grande successo ha riscosso la pubblicazione, nel 1999, di Q il romanzo storico scritto dal collettivo Luther Blissett. Nello stesso anno il collettivo si sciolse e dalle sue ceneri nacque Wu Ming. In cinese “wu ming” significa “senza nome” oppure “cinque nomi”, a seconda di come viene pronunciata la prima sillaba.

Il nuovo collettivo, composto originariamente da cinque membri, ognuno con una propria diversa produzione solista, ha prodotto saggi, romanzi, raccolte di racconti e un romanzo “totale”, Ti chiamerò Russell (2002), scritto online da più utenti. A fine 2001, infatti, i componenti del gruppo letterario pubblicarono in rete le prime pagine del romanzo, chiedendo agli internauti di scrivere i capitoli successivi. Gli aspiranti wuminghiani inviavano capitoli candidati, il più meritevole dei quali veniva scelto da una giuria per far proseguire la trama. La narrazione è costituita dal combinarsi di più penne che non si erano incontrate fisicamente e che non si conoscevano nemmeno.

Nel 2007 Wu Ming pubblica il romanzo Manituana (Einaudi). L’opera non si ferma al formato cartaceo: sul sito www.manituana.com è possibile accedere al Livello 2, in cui gli autori mettono a disposizione i capitoli scartati, le ricerche storiche fatte, il tutto reso accessibile “a chi è curioso di sapere come si fa a scrivere un romanzo in cinque, o come sono state prese certe decisioni sulla trama e sui personaggi”. Non si tratta soltanto di approfondimento: il Livello 2 rappresenta una possibilità di interazione, un’occasione per lavorare insieme alla creazione del mondo di Manituana, di cui il romanzo è certo l’asse portante ma non l’intera architettura.

 

Nel corso degli anni, intorno al gruppo fondatore si è andata formando una costellazione di progetti, un collettivo di collettivi chiamato Wu Ming Foundation.

Il blog di Wu Ming si chiama Giap (www.wumingfoundation.com/giap): non è un blog tradizionale ma un vero e proprio luogo di ricerca di forme narrative non identificate. Qui i Wu Ming introducono una discussione, che verrà eventualmente affrontata dai lettori del blog o altri gruppi di scrittura collettiva. Giap diventa in breve tempo un luogo di incontri, di riflessioni su argomenti sempre diversi e il punto d’avvio di ricerche e inchieste. Grazie a Giap è nato il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki, che si occupa di revisionare le notizie storiografiche in rete, o il collettivo Resistenze in Cirenaica, attivo dal 2015, cantiere culturale permanente che vuole fare del rione Cirenaica di Bologna un laboratorio di memoria storica, unificazione delle resistenze, antirazzismo, solidarietà a migranti e profughi.

“Questa” –  precisano i Wu Ming – è la dimostrazione di come il mondo risponda a quell’ideale di cooperazione, partecipazione e integrazione che è il principio ma anche il filo conduttore dei nostri romanzi sperimentali: essi sono scritti dal mondo, lo riflettono e aspettano le sue risposte.”

La redazione